Altare laterale di Sant’Agostino

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Fino all’Ottocento questo altare laterale era di patronato della famiglia albese Cantone, ma almeno dal 1872 viene trasferito alla famiglia Biglino. Sulla mensa è ben visibile una cinquecentesca ancona in legno dipinto e dorato, di gusto tardo-manierista. Fa da cornice ad una grande tavola lì adattata, eseguita a tempera, firmata e datata in un’iscrizione apocrifa sotto il manto di Maria Vergine: «MACRINVS FACI.T 1508». Com’è evidente, si tratta di un’opera del celebre artista rinascimentale Macrino d’Alba (notizie dal 1495 al 1513, già morto nel 1528). Nel dipinto, su uno sfondo di rovine classiche, sono raffigurati la Madonna in adorazione del Bambino, San Giuseppe, San Nicola da Tolentino, Sant’Agostino vescovo, San Gerolamo ed angeli musicanti. Non è del tutto nota l’originaria destinazione dell’opera pittorica (forse dapprima realizzata in forma centinata), però vi si notano chiaramente le figure dei venerabili privilegiati dagli Agostiniani, i quali, oltre alla datazione, fanno ritenere la sua provenienza dalla chiesa di S. Bartolomeo del convento albese di S. Maria della Consolazione. Il monastero era ubicato fuori città; ma, in rovina per accadimenti bellici, venne abbandonato dai padri eremitani nel 1556 per trasferirsi in questo complesso ecclesiale.

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