Tra Presbiterio e Coro

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Nel settore destro del presbiterio, contro la parete, è visibile un sedile intagliato in legno di noce, ricavato da elementi del perduto coro quattrocentesco della chiesa conventuale di S. Francesco d’Assisi. Commissionato dal francescano fra Marco da Sommariva, venne realizzato nel 1429 dallo scultore pavese Urbanino da Surso (c. 1380-1461/1463). Nei bassorilievi sono raffigurati il sogno di papa Innocenzo III, la Natività di Gesù con l’arrivo dei Magi e vari Santi, con motivi decorativi e simbolici.

Nel sovrastante grande quadro a olio su tela sono raffigurati Gesù Bambino (o Toniolo), San Giuseppe, la Madonna, l’Angelo custode, il Padre Eterno, lo Spirito Santo e San Giulio. Quasi tutta l’opera, riferibile ai modi del cheraschese Sebastiano Taricco (1641-1710), risale a un periodo tra il tardo Seicento e gli inizi del Settecento, tranne la figura del Santo protettore dei muratori, aggiunta ottocentesca per adattarla all’intitolazione dell’altare.

L’antico Crocifisso processionale, in legno dipinto, risale ai primi decenni del secolo XVI. D’autore ignoto, è opera di pregio, ma con integrazioni successive.

Sono seicenteschi i due quadri appesi alle pareti laterali sul coro, in cui sono raffigurati Santi e Beati, fra i quali i tutelari della città. Sulle tele sono rappresentati gli stemmi dei committenti, il vescovo Vittorio Nicolino Della Chiesa (presule ad Alba dal 1667 al 1691) e la famiglia Como.

 

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